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Cerati Roberto

Cerati Roberto

Fondatore A.S.D. Karate Brescia

Classe 1973
Maestro di Karate Fijlkam
Cintura Nera 4° DAN
Istruttore di difesa personale MLN e MGA

Facebook Karate Brescia

IL PENSIERO DEL MAESTRO

Karate allo stadio

Una crescita sana forte equilibrata attraverso il karate contemporaneo

1° Stadio karate do: Calci e pugni a più non posso, movimenti goffi di straordinaria naturalezza da rubarti il cuore.
2° Stadio fantasia: Parate, schivate, rotolamenti con trasformazione da personaggi di cartoni animati o fumetti in super eroi. Abilità di trasformazione e fantasia eccezionale attraverso la percezione del proprio corpo.
3° Stadio abilità: Destreggiarsi con straordinaria eleganza in percorsi di abilità motorie dove più sono le difficoltà più ci si diverte, e una volta terminato il percorso si diventa super karateka “imparati”.
4° Stadio aspetto ludico: Gioco, la parola più bella del mondo che accomuna tutti, grandi e piccoli e che va di pari passo con regole e sicurezza per se stessi e gli altri, che cambierà e aiuterà a crescere con rispetto e educazione non solo in palestra ma anche nella vita di tutti i giorni.
5° Stadio tecnica: Apprendere la gestualità della tecnica con paroloni stranissimi in giapponese, tra l’altro, che solo la parola mi fa girare la testa e mi fa sentire almeno 5 anni più grande, fare qualcosa in giapponese che nessuno sa fare è troppo bello: gambe così, un braccio di qua e l’altro lì, dito girato, mano aperta, pugno chiuso, eleganza nei movimenti ancora grezza ma di straordinaria bellezza.
6° Stadio confronto-autostima: Confronto in palestra per capire i propri limiti e alla ricerca sempre di nuove sfide con i più e meno bravi per eccellere o per cercare di raggiungere i più bravi, il tutto con il massimo del rispetto e con tanta umiltà che valorizza ulteriormente la nostra arte marziale.
7° Stadio agonismo: Gare per tutti, le prime portatrici sane di insonnia la notte prima della gara, agitazione, male di pancia ecc. Poi pian piano visto che nessuno ci mangia e pretende più di quello che siamo in grado di fare, diventano aggregazione, lavoro di gruppo per obiettivi comuni, conoscere e socializzare con ragazzi nuovi, imparare cose nuove dai più bravi e dai meno bravi e portare sempre a casa qualcosa (non la medaglia, neanche le botte, ma qualcosa che vale di più).
8° Stadio arte marziale: Il karate come arte marziale può essere praticato per tutta la vita senza limiti d’età. Karate–do come via da percorrere per migliorare e arricchire giorno dopo giorno corpo e mente in perfetto equilibrio.
9° Stadio maestro sempre allievo e allievo grande maestro: Praticare un solo e unico karate dove allievi e maestri si trovano a lavorare, sudare, soffrire, giocare, imparare e gioire, all’aperto o in palestra per condividere la forte passione per questa fantastica arte marziale.
10° Stadio conclusione: Quando pensi di essere ‘’imparato al 100%’’ riparti da capo, rimetti in discussione tutto ciò che hai appreso e ripercorri la via del karate-do cercando di migliorare sempre. A me piace pensare di essere nella foresta di pini ondeggianti sulla via giusta, la cui fine però è ancora molto lontana e sconosciuta.

IL PENSIERO DEL MAESTRO

Karate allo stadio

Una crescita sana forte equilibrata attraverso il karate contemporaneo

1° Stadio karate do: Calci e pugni a più non posso, movimenti goffi di straordinaria naturalezza da rubarti il cuore.
2° Stadio fantasia: Parate, schivate, rotolamenti con trasformazione da personaggi di cartoni animati o fumetti in super eroi. Abilità di trasformazione e fantasia eccezionale attraverso la percezione del proprio corpo.
3° Stadio abilità: Destreggiarsi con straordinaria eleganza in percorsi di abilità motorie dove più sono le difficoltà più ci si diverte, e una volta terminato il percorso si diventa super karateka “imparati”.
4° Stadio aspetto ludico: Gioco, la parola più bella del mondo che accomuna tutti grandi e piccoli e che va di pari passo con regole e sicurezza per se stessi e gli altri, che cambierà e aiuterà a crescere con rispetto e educazione non solo in palestra ma anche nella vita di tutti i giorni.
5° Stadio tecnica: Apprendere la gestualità della tecnica con paroloni stranissimi in giapponese, tra l’altro, che solo la parola mi fa girare la testa e mi fa sentire almeno 5 anni più grande, fare qualcosa in giapponese che nessuno sa fare è troppo bello: gambe così, un braccio di qua e l’altro lì, dito girato, mano aperta, pugno chiuso, eleganza nei movimenti ancora grezza ma di straordinaria bellezza.
6° Stadio confronto-autostima: Confronto in palestra per capire i propri limiti e alla ricerca sempre di nuove sfide con i più e meno bravi per eccellere o per cercare di raggiungere i più bravi, il tutto con il massimo del rispetto e con tanta umiltà che valorizza ulteriormente la nostra arte marziale.
7° Stadio agonismo: Gare per tutti, le prime portatrici sane di insonnia la notte prima della gara, agitazione, male di pancia ecc. Poi pian piano visto che nessuno ci mangia e pretende più di quello che siamo in grado di fare, diventano aggregazione, lavoro di gruppo per obiettivi comuni, conoscere e socializzare con ragazzi nuovi, imparare cose nuove dai più bravi e dai meno bravi e portare sempre a casa qualcosa (non la medaglia, neanche le botte, ma qualcosa che vale di più).
8° Stadio arte marziale: Il karate come arte marziale può essere praticato per tutta la vita senza limiti d’età. Karate–do come via da percorrere per migliorare e arricchire giorno dopo giorno corpo e mente in perfetto equilibrio.
9° Stadio maestro sempre allievo e allievo grande maestro: Praticare un solo e unico karate dove allievi e maestri si trovano a lavorare, sudare, soffrire, giocare, imparare e gioire, all’aperto o in palestra per condividere la forte passione per questa fantastica arte marziale.
10° Stadio conclusione: Quando pensi di essere ‘’imparato al 100%’’ riparti da capo, rimetti in discussione tutto ciò che hai appreso e ripercorri la via del karate-do cercando di migliorare sempre. A me piace pensare di essere nella foresta di pini ondeggianti sulla via giusta, la cui fine però è ancora molto lontana e sconosciuta.

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